Tre anni sono passati da quando l’ultimo capitolo, per Playstation 2, è uscito sul mercato Europeo, forte di una demo di FF12 che ne ha spinto le vendite. Parliamo della serie di Dragon Quest, popolare JRPG nato su Nintendo Entertainment System nel 1986 per mano dell’allora Enix e ora giunto alla sua nona incarnazione per quanto riguarda gli episodi principali.
Sorpresa e clamore sono i due atteggiamenti che hanno pervaso i fan, prima con l’apprendere che il gioco sarebbe uscito per la console meno potente dell’attuale generazione, il Nintendo DS, e poi con le parole di Wada e compagni che intendevano stravolgere i tradizionalissimi meccanismi alla base del gioco, rendendolo più occidentalizzante; scelta quanto mai coraggiosa, viste le reazioni della fetta di pubblico più affettuosa, ma non portata fino in fondo proprio a causa delle proteste che in tutte le forme hanno colpito il team di sviluppo. Continuate a leggere per scoprire se la seconda collaborazione fra Square-Enix e Level 5 è riuscita nel suo intento rivoluzionario pur senza scontentare gli ultrà della saga.

La Vita lassù nel cielo

Il cielo è sempre stato guardato dall’uomo con stupore e ammirazione: chi lo abiterà, magari qualcuno che non riusciamo a vedere, magari una divinità? La risposta di Dragon Quest IX è che in cielo vivono i Celestiali, razza simile agli uomini ma invisibile agli occhi dei terrestri e con il dovere, assegnato loro dal “Misericordioso”, di proteggerli.
Il nostro eroe è proprio un celestiale, istruito dal suo maestro Falko, abitante all’Osservatorio sospeso fra le nuvole e col compito di proteggere il piccolo e tranquillo villaggio di Cascate Angeliche. Le cose sembrano andare per il meglio: l’albero Yggdrasil è infatti pronto a fiorire grazie alla Benevolenza rilasciata dagli umani nel ringraziare i loro protettori, e a indicare così la via per il regno del Misericordioso, obiettivo ultimo dei Celestiali.


Non c'è dubbio che la World Map sia stata curata nei minimi dettagli

Ma qualcosa va storto e in men che non si dica il nostro alterego si trova catapultato sulla terra, privo di sensi e di ali e rinsavito grazie alle cure di una ragazza del villaggio. Mentre cerca di capire cos’è successo entrerà in contatto con Stella, autista dell’Espresso Celeste che collega i due mondi, che nel corso della storia lo spronerà a viaggiare per mari e monti al fine di rimettere in moto il prezioso treno e poter tornare nell’Osservatorio a scoprire cos’è successo.

La trama del gioco, per quanto piuttosto leggera vista anche la personalizzazione del proprio party consentita, è molto ben sviluppata dagli NPC che incontriamo, capaci di coinvolgerci in storie secondarie che vanno dal goliardico al tragico, ma che sono piacevoli da essere vissute. Nella parte finale dell’avventura il ritmo della narrazione cambia e il giocatore si trova catapultato in balia a una serie di eventi con continui colpi di scena, fino alla classica lotta finale e alla pace ristabilita nel mondo di gioco.

Più Dragon Quest che mai

Come dicevamo in apertura, inizialmente i progetti rivoluzionari che la Square-Enix aveva per il nono capitolo di Dragon Quest sono venuti meno col procedere dei lavori, fino a ridursi ad un paio di innovazioni ben accette e che rendono il gioco più appetibile al pubblico occidentale dei precedenti giochi, ad esempio rispetto ai remake presenti fra il software per DS.

Da segnalare innanzitutto è la mancanza di combattimenti casuali, sostituito con un ben più realistico e meno frustrante sistema che ci permette di vedere i mostri nella world map e di cercare di sfuggire ai combattimenti; sfuggire infatti, perché questi spesso e volentieri ci inseguiranno, impegnandoci in battaglie rigidamente a turni ma rese estremamente divertenti sia per le animazioni dei nemici che per la telecamera dinamica ripresa dall’ultimo gioco ma qui perfezionata.


Nella locanda di una delle prime città del gioco potrete formare il vostro Party, mettere in pratica ricette alchemiche e utilizzare il servizio Online denominato DQTS!

Anche il livello di difficoltà risulta ritoccato, divenendo ostico in occasione di certi combattimenti con i Boss di turno, ma mai punitivo e fastidioso come la tradizione ci aveva insegnato; questo non singifica però che il grinding e la ricerca del level up siano disincentivati, anzi, spesso ogni livello raggiunto consente la distribuzione di punti abilità fra armi e attacchi speciali, così da sbloccare nuove tecniche o incantesimi, fino a conseguire la possibilità di utilizzare l’arma con qualsiasi classe.

Dalla precedente affermazione si intuisce anche l’ultima, importante novità introdotta: la personalizzazione del Party. Seppur è vero che il nostro eroe inizialmente può essere scolpito solo nell’aspetto, più avanti nel gioco avremo la possibilità di aggiungere a lui altri tre componenti, definiti tanto fisicamente quanto nelle classi, con la possibilità poi volendo di cambiarla e tentare nuove tattiche nel gioco.

Al di là di questi piacevoli cambiamenti però, il gioco rimane più Dragon Quest di sempre: ridate il bevenuto quindi a Slime (soprattutto metallici) e allegra combriccola di mostri, al pentolone alchemico introdotto nell’ultima iterazione, al design sempre colorato e ispirato di Toriyama, a scambi di battute sempre vari, dallo scanzonato al tragico, per chiudere con le immancabili, sterminate mappe.

Pane per tutti i denti

Uno degli obiettivi primari di un gioco è quello di essere capace di divertire, possibilmente a lungo termine, un po’ tutti. In questo i JRPG quasi mai riescono, risultando spesso ripetitivi e di nicchia, per la natura stessa del genere. Fortunatamente, complici la ritoccata curva di difficoltà e la corposa componente online, Dragon Quest IX non soffre di questo morbo, garantendo divertimento con gli amici tramite la co-op via wireless e in singolo con una sorta di obiettivi, chiamati titoli, che rappresentano la conquista ultima per ogni giocatore.


Lo stile grafico di Toriyama rimane unico. Sfortunatamente i filmati in CG non sono poi molti.

Parlando delle side quest, le ricompense ottenibili non sono molte e spesso non valgono la pena di completarle, ma sono un piacevole diversivo dall’azione e in alcuni casi consentono lo sbloccaggio di nuove classi come gladiatore, paladino o altro.

Anche l’online fa la sua parte nel gioco, divenendo uno dei principali modi per ottenere materiale destinato all’alchimia, oltre a consentire il download di nuove quest, racchiuse nel gioco ma altrimenti non disponibili.

Ultima chicca, purtroppo non del tutto convincente, sono le mappe del tesoro, ottenibili nel mondo di gioco o tramite side quest, che consistono nel trovare il luogo segnato sulla mappa, entrare in un dungeon creato casualmente dal gioco per poi ritrovare numerosi tesori, fino al fatidico scontro con Boss, in questo caso più forti che mai.

Conclusioni

Dragon Quest IX è dunque un gioco consigliatissimo agli amanti dei JRPG, che troveranno in esso la quintessenza del genere, ma anche a chi ha un animo più action e occidentalizzante, in quanto rappresenta il perfetto connubio fra le due mentalità.

Purtroppo la realizzazione, sia tecnica che nel gameplay, non è esente da piccoli difetti, basti citare dei rallentamenti visibili nelle città quando il party è completo: nulla di grave ma comunque non invisibile. Ancora, alcune scelte, come il ritorno al primo livello dopo il cambio di classe, la struttura lineare di alcuni dungeon e le richieste esagerate per determinati titoli (come quello che richiede 1000 ore in multiplayer) non influiscono molto sulla godibilità dell’avventura ma fanno sperare che si tratti solo di sviste corrette col prossimo gioco, previsto attualmente per Wii e di cui forse sapremo qualcosa al Tokyo Games Show.

Grafica: 8
Alcuni rallentamenti rovinano il comparto grafico, comunque di notevolissimo livello; il design di Toriyama è sempre ispirato e i colori si sprecano, difficile trovare qualcosa di stilisticamente miglioe su DS.

Sonoro: 7,5
Non si può dire che l’aspetto non sia sufficiente, ma due sole musiche per le battaglie e altrettante nei villaggi sono troppo poco, nonostante i restanti suoni siano azzeccati.

Gameplay: 9

Divertentissimo, sia a breve che a lungo termine; un gameplay invecchiato bene e che con nuovi elementi può dare nuovi motivi di gioco ai fan.

Longevità: 9,5
La definizione della longevità, Dragon Quest IX richiede centinaia di ore per essere completato al 100%; certo, questo non è da e per tutti, ma i motivi per perseguire i numerosi obiettivi al di fuori della storia principale ci sono tutti. Non fosse per quel titolo che richiede “1000 ore di multiplayer”…

TOTALE: 9
Un JRPG divertente, colorato e capace di svecchiarsi senza perdere lo spirito classico che lo ha sempre animato; un must per gli amanti del genere, uno dei migliori titoli su DS, a livello dei giochi first party; per gli amanti del collezionismo poi rappresenta un’ardua sfida. Speriamo solo che gli sviluppatori imparino dai piccoli errori e non si fermino nel processo di svecchiamento della serie.